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Ruolo dei cardinali nella Santa Romana Chiesa
Nella Chiesa Cattolica il ruolo del cardinale (ndr nome completo “cardinale di Santa Romana Chiesa”) è gerarchicamente sottostante soltanto al papa. Ed è proprio il Vescovo di Roma a designare questi prelati che il codice di diritto canonico considera come suoi diretti collaboratori e i suoi consiglieri “più alti in dignità”. Dopo la morte o la rinuncia del Papa, tocca ai cardinali eleggere il nuovo Pontefice nel conclave. Quando si riuniscono da soli costituiscono il collegio cardinalizio. Nel loro insieme, sotto la presidenza del Papa, formano il concistoro. L’appellativo per i cardinali dal 1630 è “Eminenza”.
L’abito corale
Il loro abito corale è di color rosso porpora, il cui significato simboleggia la disponibilità al martirio e non solo il tratto distintivo di una figura pubblica.
Origini del termine
L’etimologia della parola cardinale deriva dal latino: “cardo”, infatti, significa “cardine” o più precisamente “cerniera” ed il significato va ricercato nell’espressione “centro di rotazione”, visto che supportavano il Papa nell’amministrazione del governo della Chiesa, come comunità di fedeli. Nel corso delle liturgie del Pontefice, i cardinali prendevano posizione ai quattro punti cardinali dell’altare. Ecco perché si chiama in questo modo.
Per quanto riguarda l’origine dei cardinali, occorre ricercarla nella nascita della Curia Romana, momento in cui il Papa, per gestirla al meglio dal punto di vista amministrativo (ndr i beni che pervenivano illo tempore in donazione erano davvero parecchi) incominciò a circondarsi di collaboratori. Non solo cardinali, anche vescovi delle diocesi attorno a Roma, diaconi della città, parroci e vescovi suburbicari.
Nel I secolo, ai tempi di papa Cleto, vi erano 25 presbiteri che supportavano il Vescovo di Roma nella gestione della comunità cristiana. Da qui nacque la figura del cardinale presbitero. Titolare di una chiesa della Diocesi di Roma. Le diaconie erano 7, proprio come il numero di dipartimenti in cui Roma era stata suddivisa in riferimento all’assistenza dei poveri. Da questo momento, nacque la figura del cardinale diacono.
Qualche cambiamento introdotto in diverse fasi storiche
In riferimento all’elezione di un papa, la prima notizia inerente ai cardinali risale a papa Alessandro I, il cui pontificato va dal 105/106 al 115/116, nel massimo splendore dell’Impero Romano. All’epoca, infatti, l’elezione pontificia avveniva alla presenza dell’intero clero della Diocesi di Roma.
Fu papa Niccolò II nel 1050 a riservare il diritto di elezione del Vescovo di Roma solo ed esclusivamente ai cardinali vescovi di Roma. Il verdetto finale doveva essere raggiunto all’unanimità. Nel 1179, papa Alessandro III garantì il diritto di voto a tutti i cardinali. Il verdetto doveva essere raggiunto per 2/3. Per la prima elezione in segreto, il conclave, bisognò attendere il 1274 con la Costituzione Apostolica Ubi periculum, voluta fortemente da papa Gregorio X.
Tempi più recenti
Nel XIX secolo, si sono registrati sostanziali cambiamenti circa ruolo e composizione del Sacro Collegio. Il motivo risiede principalmente nella fine dello Stato Pontificio. Nel corso del pontificato di Pio IX si andò incontro ad una maggiore internazionalizzazione del collegio cardinalizio, con la nomina dei primi cardinali dall’Australia e dalle Americhe.
Di fatto, la Chiesa si contraddistinse per un’impronta non più di corte, ma tipicamente pastorale. Se nei secoli precedenti, la maggior parte dei cardinali proveniva da famiglie nobili, nel XX secolo la borghesia giocò un ruolo cruciale anche nelle origini dei cardinali. Infine, tre interessanti novità del Novecento furono la promulgazione del Nuovo Codice di Diritto Canonico, voluta da papa Benedetto XV che nel 1918 stabilì che ogni cardinale doveva essere presbitero, la consacrazione a vescovo di tutti i cardinali, voluta da papa Giovanni XXIII nel 1962, e infine l’esclusione dal conclave dei cardinali con più di 80 anni di età, stabilita nel 1970 da papa Paolo VI.